Nel Rapporto sullo Stato di Diritto pubblicato lo scorso luglio, la Commissione Europea ha evidenziato crescenti preoccupazioni riguardo alla libertà di stampa e al pluralismo dei media in Italia, un tema che continua a suscitare ampio dibattito. Tra le fonti citate nel rapporto figura anche il Media Pluralism Monitor, un progetto di ricerca portato avanti per un decennio dal Centre for Media Pluralism and Media Freedom. Le criticità sollevate da entrambi i documenti hanno innescato un acceso dibattito, che ha coinvolto non solo i media tradizionali ma anche le piattaforme social, polarizzando le opinioni.

Da una parte, c’è chi ritiene che il peggioramento della situazione mediatica sia legato ai recenti cambiamenti avvenuti nel governo. Dall’altra parte, alcuni osservatori respingono queste preoccupazioni: secondo questa prospettiva, i dati raccolti non rifletterebbero in modo accurato lo stato effettivo della libertà di stampa, e le critiche sollevate sarebbero da considerare amplificate o fuori contesto.

In un simile contesto, diventa fondamentale analizzare la questione con rigore, partendo da dati concreti e misurabili. Quanto è alto, oggi, il rischio per la libertà e l’indipendenza dei media in Italia? E come è possibile contestualizzare questi dati, tenendo conto non solo degli ultimi sviluppi politici, ma anche delle sfide strutturali che il settore dei media sta affrontando, come la transizione digitale, la crisi economica e il cambiamento delle dinamiche di consumo dell’informazione? Questi interrogativi richiedono una riflessione approfondita.

L’evento, che farà anche parte del programma di Eurovisioni, intende creare un’opportunità di confronto e dibattito tra esperti del settore, giornalisti, ricercatori e rappresentanti delle istituzioni su un tema cruciale per la nostra democrazia.

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